Cheating negli FPS: Uno studio rivela i 3 veri motivi psicologici

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7 dicembre 2025 nessun commento

Perché la gente bara negli sparatutto online? Ecco le 3 ragioni principali

È il flagello numero uno degli sparatutto competitivi. Da Battlefield e Call of Duty fino al nuovo successo Arc Raiders, gli sviluppatori combattono una guerra senza fine contro gli hacker. Ma cosa spinge i giocatori a rischiare un ban per una vittoria virtuale? La scienza ha trovato alcuni sorprendenti inneschi psicologici.

 

La massiccia guerra ai cheater

È la solita vecchia storia con ogni lancio di un nuovo sparatutto competitivo. Che si tratti di Call of Duty, Battlefield o del recente Arc Raiders, tutti affrontano il loro peggiore incubo.

Durante la beta di Battlefield 6, i sistemi anti-cheat di EA hanno registrato oltre 330.000 tentativi di cheating. Era solo un riscaldamento. Dal lancio, lo studio riporta di aver bloccato quasi 2,4 milioni di tentativi. Fortunatamente, i team offrono qualche rassicurazione: a quanto pare, solo il 2% delle partite è effettivamente colpito da questa piaga.

Tuttavia, i cheater si adattano in fretta. Su Call of Duty: Black Ops 7, il sistema Ricochet ha dimostrato il suo valore. Durante le fasi di test, il 97% dei cheater è stato colto in flagrante entro trenta minuti.

Activision non si ferma qui; li sta colpendo dove fa più male: nel portafoglio. Dal rilascio di Black Ops 7, il publisher ha forzato la chiusura di 40 sviluppatori di software per cheat.

 

Arc Raiders sceglie la punizione estrema

Gli sviluppatori di Embark Studios hanno scelto un approccio più punitivo, quasi sadico, per Arc Raiders. Con l’Aggiornamento 1.4.0, hanno piazzato trappole esplosive nelle stanze chiuse.

Se un giocatore tenta di entrare illegittimamente tramite un glitch o hack, la punizione è immediata. Il cheater viene istantaneamente incenerito dal gioco. Un metodo rapido che invia un messaggio cristallino!

Ma al di là degli strumenti tecnici, rimane una domanda: cosa spinge un giocatore a rischiare un ban per un vantaggio virtuale?

 

La psicologia di un cheater

Per capire il perché, dobbiamo rivolgerci alla scienza. I ricercatori della Konkuk University hanno condotto uno studio approfondito su 329 giocatori di League of Legends per individuare esattamente cosa innesca l’impulso di hackerare o sfruttare bug.

La prima scoperta importante è che la spinta competitiva alimenta il fuoco. Più alta è la motivazione competitiva, maggiore è la tentazione di barare. La pressione di performare, combinata con ricompense a tempo limitato come i Battle Pass, spinge i giocatori a infrangere le regole.

Tuttavia, lo studio rivela un fattore più oscuro e potente: l’aggressività.

Ostilità e rabbia spesso superano il semplice desiderio di vincere. Per questi giocatori, usare software illegali è un meccanismo per sfogare emozioni negative o riacquistare un senso di controllo dopo una sconfitta schiacciante.

 

Bassa autostima e il bisogno di dominare

I ricercatori hanno anche evidenziato un legame diretto con la fiducia in se stessi. I giocatori con bassa autostima sono significativamente più inclini a barare. In questo contesto, barare diventa una “stampella”—un modo per evitare di affrontare il fallimento e gonfiare artificialmente un ego fragile.

Altri studi, riportati da The Guardian nel 2021, suggeriscono altri tre affascinanti fattori scatenanti:

  • Diritto Acquisito (Entitlement): Il giocatore sente di “meritare” la vittoria, con ogni mezzo necessario.
  • Griefing (Anarchia): L’obiettivo non è vincere, ma semplicemente rompere il gioco e rovinare l’esperienza a tutti gli altri.
  • Efficienza Evolutiva: I nostri cervelli sono naturalmente cablati per cercare il percorso di minor resistenza per superare un rivale—barare è semplicemente la via più breve.

Infine, la cultura del gaming stessa ha qualche responsabilità. Le classiche riviste piene di “codici trucco” hanno normalizzato l’idea di aggirare le regole per divertimento. Oggi, quella linea è sfocata. Gli studi mostrano che la motivazione “estrinseca” (giocare per le ricompense) promuove il cheating, mentre la motivazione “intrinseca” (giocare per divertimento) lo riduce.

 

In conclusione

Barare rimane un fenomeno complesso, che si trova all’incrocio tra narcisismo, frustrazione e il design stesso dei nostri giochi moderni. Finché esisterà la pressione delle ricompense, gli sviluppatori dovranno continuare la loro guerra tecnologica.

E tu? Hai incontrato cheater palesi nelle tue partite recenti? Raccontaci le tue peggiori esperienze nei commenti!


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