Il sequel dell’acclamato sparatutto zombie a mondo aperto Dying Light, acclamato dalla critica, è qui per sfidare ancora una volta le vostre abilità di sopravvivenza.
Dying Light 2 Stay Human è un buon action game dotato di tanti contenuti e un bel potenziale, ma le numerose imprecisioni tecniche dicono che un altro periodo di polishing sarebbe stato utile. La questione non può essere ignorata ma la situazione non è compromessa, sia chiaro: esplorare la splendida Villedor è divertente, la notte fa meno paura ma funziona, fra parkour e combat system migliorati c’è un gameplay rinnovato capace di ridestare sensazioni ataviche e, pur senza stupire né riscrivere la storia delle dinamiche open world, la narrativa a più vie riesce nel suo intento. Ora speriamo solo che Techland non abbia dimenticato come si fanno le magie.
The Games Machine
Dying Light 2 Stay Human è un buon action game dal gran potenziale, lo ripeto prima che i difetti elencati oscurino i lati positivi dell’ultima opera di Techland. Chi c’era nel 2015 probabilmente non si stupirà nel leggere quelle sbavature tecniche, magari sarà anche ottimista a tal proposito visto quanto è migliorato il primo capitolo nel tempo e non nego che anche io voglio esserlo. Al di là dei problemi tecnici oggettivi e delle sensazioni, ciò che resta tra le mani è un gioco enorme, appassionato, diverso dal predecessore sotto molti aspetti ma, a modo suo, rispettoso nei confronti di un certo modus operandi. L’impatto emotivo è cambiato, la notte è più gestibile rispetto a prima eppure ha un suo perché in un contesto simile. La narrativa a più direzioni è un’ottima novità perché dona notevole profondità e rigiocabilità al viaggio di Aiden. Dal canto suo poi Villedor è spettacolare da esplorare, le fazioni svolgono il loro compito pur senza rivoluzionare il concetto di open world e il resto lo fa un gameplay rinnovato sì ma comunque in grado di risvegliare sensazioni vecchie di sette anni. Peccato che l’IA e i PNG sembrino altrettanto datati, già.
IGN Italia
Dying Light 2: Stay Human è l’emblema vivente del vorrei ma non posso, di quel puntare troppo in alto che talvolta può far cadere rovinosamente. Sia chiaro, si tratta di un gioco che sa essere molto divertente e appagante, con una buona progressione e una straripante quantità di contenuti che entusiasmeranno tutti i fan del primo capitolo. È però evidente in troppi contesti che qualcosa nel corso dello sviluppo non è andato per il verso giusto e questo ha obbligato il team a effettuare tagli nella storia, approssimazioni nel motore fisico e nella gestione dell’intelligenza artificiale, così come lo ha costretto a dedicare meno tempo del previsto alla fase di pulizia e ottimizzazione del codice. Se siete alla ricerca di un action denso, originale e che sappia farsi notare nel mare di open world di questi ultimi anni grazie ad alcune peculiarità, potete lanciarvi su questo gioco, ma tenete conto delle nostre critiche visto che dovrete necessariamente passare sopra a tutta una serie di problematiche.
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