BAFTA 2024: Baldur’s Gate 3 incoronato Gioco dell’Anno
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Tchia è una lettera d’amore alle isole della Nuova Caledonia, dove appunto il gioco il cui nome della protagonista si svolge. Nuova Caledonia la quale è anche la casa del team di sviluppo di Awaceb, dove prenderemo i panni di Tchia una ragazzina che cercherà di salvare il padre, rapito dal tiranno delle isole Meavora.
Il gioco si svolge come un gioco sandbox d’avventura in cui potremo esplorare le varie isole del gioco, grazie al potere speciale della giovane Tchia, in grado di fondere il proprio spirito con entità di esseri viventi, ma anche con oggetti inanimati.
La storia è molto semplice e vede Tchia dopo il rapimento del padre, alla ricerca di un modo per rintracciarlo attraverso varie missioni ed incontrando nuovi personaggi. Nonostante la storia molto semplice però, gran parte delle missioni si riducono a semplici “quest da fattorino”, in cui Tchia dovrà recuperare determinati oggetti e/o consegnare pacchi e simili ai vari abitanti. Questo tipo di missioni non solo saranno per la maggior parte secondarie, ma alcune saranno anche legate a quelle principali dove proprio verso la fine del gioco avremo a disposizioni missioni un attimino più coinvolgenti. Altro elemento deludente è il fatto che proprio nelle ultime parti del gioco, avremo una sorta di combattimento in cui Tchia dovrà impossessarsi di oggetti infuocati e dare fuoco ai nemici, il che potrebbe creare non pochi problemi in quanto bisognerà prontamente cercare un altro oggetto infiammabile per poter buttare giù i nemici. Nonostante vi siano anche attività secondarie in forma di minigiochi, quali suonare l’ukulele, scolpire totem, creare colonne mettendo in equilibrio sassi, gran parte delle ricompense saranno vestiti alternativi per la protagonista, e qualche piccolo boost alle varie abilità, ma che diverranno presto monotoni e non avranno un vero impatto sull’esperienza di gioco.
Detto questo, Tchia offre un’esplorazione molto amplia e piuttosto aperta, non solo grazie al sistema di stamina, arrampicata e di planata ( “ispirata” dagli ultimi Zelda), ma potendo possedere animali quali pappagalli per poter esplorare più velocemente e liberamente. Non mancano neanche sessioni di immersione durante le missioni, data l’immensa quantità d’acqua (ovviamente) della mappa di gioco. Altro punto di spicco è l’utilizzo della lingua tradizionale per il doppiaggio, comunque sottotitolato nelle lingue più comuni (italiano incluso a quanto pare).
Insomma un titolo carino, che riesce a realizzare con una grafica gradevole le bellezze visive della Nuova Caledonia, e che nonostante una storia piuttosto banale e non proprio ben scritta, fa leva sull’elevata esplorazione, alcune attività secondarie, belle musiche tradizionali. Nota dolente è l’sclusività temporanea su Epic, cosa che ritarderà di un pò eventuali sconti e disponibilità sui vari keyshop. Consiglio perciò di aspettare un pò.